Il Piemonte è stato fondamentale per lo sviluppo della moderna enologia Italiana. Proprio qui ha avuto inizio quella straordinaria rivoluzione che ha riportato l’Italia ai vertici della produzione di alta qualità. I vini Piemontesi, a parte poche eccezioni, sono mono varietali, cioè prodotti con un’unica uva.
I vitigni coltivati in Piemonte sono perlopiù a bacca nera: il Nebbiolo, la Barbera, il Dolcetto, la Croatina, la Freisa, la Bonarda, il Grignolino, il Brachetto, le Malvasie a bacca nera di Casorzo e di Schierano. Tra i vitigni a bacca bianca segnaliamo gli autoctoni Cortese ed Erbaluce ed il Moscato bianco, che trova nella regione alcune delle sue massime espressioni.
Il protagonista del rinascimento dell’enologia Piemontese è stato il Barolo, grazie all’enologo francese Louis Oudart. Giulietta Falletti, marchesa di Barolo, chiese a Oudart di migliorare i vini da Nebbiolo prodotti nella sua cantina. Oudart comprese le potenzialità del Nebbiolo e intuì che se ne poteva ottenere un ottimo vino secco. Nacque così il Barolo e fu grazie a Camillo Benso conte di Cavour, che decise di convertire le cantine della sua tenuta di Grinzane per la produzione del Barolo, che questo vino iniziò ad acquisire la sua fama a livello nazionale e internazionale.
Il Barbaresco è stato per anni considerato come il “fratello minore” del Barolo, di fatto però è uno straordinario vino da uve Nebbiolo che deve il suo nome all’omonima città in cui si produce, non lontano da Barolo. Grazie all’intuito e alla caparbietà di Angelo Gaja, che iniziò a produrre il vino secondo i principi appresi in Francia, il Barbaresco è diventato uno dei vini più ricercati al mondo.
Nelle Langhe, che si trovano nei pressi della città di Alba, alla destra del fiume Tanaro e includono anche le zone del Barolo e Barbaresco, oltre al Nebbiolo, si coltivano altre uve, come il Dolcetto e la Barbera. Il Dolcetto dà un vino con una spiccata nota fruttata, buona tannicità ma bassa acidità, che non consente lunghi periodi di maturazione. La Barbera è un’uva che fino a qualche anno fa era considerata adatta solo per la produzione di vini correnti e di largo consumo, ma recentemente è riuscita ad ottenere grandi risultati, grazie ad una vinificazione attenta e di qualità. Nel Monferrato la Barbera si trova anche mossa o leggermente frizzante, mentre ad Asti si produce un vino più fermo e più corposo. Asti è famosa per il Moscato bianco e per lo spumante dolce che porta il nome della città. Il successo dell’Asti Spumante è dovuto a Carlo Gancia, che decise nel 1865 di spumantizzare l’uva Moscato Bianco.
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